Mi sa che fuori è primavera, Concita De Gregorio, 2015
Ci
sono libri, come questo che non possono essere recensiti.
Sono
libri che fanno male: mi sono trovata più volte a leggere ed accorgermi di
avere la fronte corrugata, cercando così di distenderla al ritmo delle parole
di speranza che questo romanzo riesce a trasmettere.
Irina,
non è una donna, non è una mamma, non è una moglie: è una forza della natura. È
viva, combatte, è se stessa, è amore, è gioia, è dolore, è paura, è forza, è
assenza, è presenza.
Irina
ha chiesto aiuto con la sua spontaneità, ha cercato delle spiegazioni e delle
motivazioni al dolore umano, ha cercato di comprendere.
Se
Alessia e Livia potessero sentire sarebbero fiere della loro mamma, sarebbero
fiere di ciò che ha fatto, che sta facendo e che farà per il resto della sua
vita.
La
società dimentica, la società rimane inorridita giusto il tempo di svoltare la
pagina di un giornale. Ma il cuore no. Il cuore non dimentica: “l’assenza è
presenza”.
Esistono
libri che non hanno un valore in denaro: questo è uno di quelli.
Una
scrittrice che è riuscita, attraverso la forma delle parole a trasmettere delle
sensazioni uniche nel loro genere.
Un
messaggio di speranza.
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