L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome, Alice Basso, 2015
Torino.
Casa editrice l’Erica.
Se
gliene fregasse qualcosa di tutto e di tutti, Silvana si interesserebbe di più
del suo look e della moda, mentre in realtà solo una passione la possiede
totalmente: la passione dei libri, il loro profumo, le pagine giallognole, le
storie, i gialli intricati. Il suo lavoro, unico nel suo genere: una ghostwriter. UNA GHOSTWRITER?!
Ebbene
si, esistono e forse…per fortuna che esistono! Ci troveremmo sicuramente
davanti a libri dalle copertine sacrileghe e dalla punteggiatura e grammatica
troppo scorretta per essere letta da veri lettori.
Ma
chi farebbe mai un lavoro di questo tipo? Un lavoro dove la dote principale è
quella di sapersi trasformare in un camaleonte, un lavoro dove l’importante è
rimanere nell’ombra, senza riflettori puntati, senza alzare la mano ad una
conferenza dove poter finalmente urlare a tutta voce chi ha scritto il libro
davanti al quale file e file di lettori con volti tesi, intrepidi restano
davanti a uno scrittore che manco sa il finale.
Ecco
chi farebbe questo lavoro: lei. Silvana Sarca a cui non gliene frega niente.
Trentacinque
anni l’età biologica, ventiquattro età dimostrata. Metal inside, rossetto
viola, capello nero corvino, impermeabile nero e stranamente stivalone nero.
Ecco qui la nostra Lisbeth Salander di Torino.
Un
tratto distintivo la contraddistingue da tutte le altre persone (non solo in
questo romanzo, ma di TUTTE LE PERSONE): l’empatia. La capacità di entrare
nella mente altrui, la capacità di scrivere in qualunque stile e qualunque
narrativa, dalla scienza, al romanzo, alla tecnologia, qualunque cosa. Fino a
quando nella sua vita, irrompe come un temporale, un fulmine a ciel sereno,
Riccardo: e così l’amore e un libro difficile da comporre, troppo mistico per
una metal cinica e menefreghista, padrona del dialogo, dalla battuta scontata
nei momenti di imbarazzo e dallo humor noir. Una scomparsa: non che gliene
freghi eh, ma inizia a simpatizzare per quel commissario Berganza che sembra
uscito da un libro, con ciuffo ribelle, impermeabile e occhiaie nere come se
fossero disegnate e che coglie in Silvana una vera e propria dote
investigativa.
Una
scrittura fluida ma piena di sfumature, di emozioni, di latinismi, mai banali,
mai difficili, mai scontati.
Voto:
10+, da leggere e adorare.
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