La verità dell'alligatore, Massimo Carlotto
Padova.
L’avvocato Barbara Foscarini cerca disperatamente il suo cliente Alberto
Magagnin: tossico in regime di semilibertà, accusato di omicidio è sparito nel
nulla, non tornando in carcere nell’orario prestabilito. Nel Padovano solo una
persona può aiutare l’avvocato nella ricerca: Marco Buratti, soprannominato nel
giro, l’Alligatore. Amante del blues, bevitore professionista di calvados,
nulla a che fare con la legge che l’ha punito ingiustamente e da cui ha deciso
di non scappare.
Ecco
che inizia la ricerca di Alberto, ma l’Alligatore, mai si sarebbe aspettato di
finire in un guaio più grosso di lui (molto più grosso di lui): solo grazie
alle sue amicizie poco raccomandabili come quella di Beniamino Rossini (lo
adorerete anche se i suoi modi di fare sono spesso poco ortodossi), Max la
Memoria, il Colonnello e Luther Blisset, comincia un’indagine parallela a
quella legale, a quelle che si svolgono alla luce del sole. Ma davvero le
indagini svolte secondo la legge sono quelle giuste? Una vicenda fatta di
segreti, inganni, verità insabbiate solo da un giro di amicizie create per
interessi, una Confraternita che riserva ai propri associati l’incolumità da
azioni riprovevoli. Le apparenze da sempre ingannano e così dopo il
ritrovamento di un secondo cadavere, tutto prende una svolta allarmante che
coinvolge i pezzi grossi di Padova, gli intoccabili che si sa, come ogni
società che si rispetti “quelli hanno
sette vite come i gatti”: ma non sanno di avere a che fare con
l’Alligatore, l’investigatore illegale più legale che ci sia.
Mi
chiedo solo come farò a fermarmi e rallentare la lettura di questi gialli.
Carlotto:
sublime.
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