Central Park. Guillame Musso, 2014
“La più bella astuzia del diavolo è quella di
persuadervi che egli non esiste”.
Chiudete
gli occhi e immaginate di svegliarvi una mattina, ammanettati a un perfetto
sconosciuto, su una panchina nel bel mezzo di un bosco, di una foresta, piena
di sterpaglie, senza documenti, senza portafoglio, ma soprattutto senza
ricordi. Vi ricordate solo di aver fatto baldoria la sera prima con le amiche
(o con gli amici), vi ricordate di essere andati a prendere la vostra macchina,
parcheggiata in un sotterraneo e da lì…il vuoto.
È
così che Alice Schäfer si risveglia, indolenzita, su
una panchina, in un luogo a lei sconosciuto: sconosciuto è anche l’uomo che le
sta accanto. Quello che si trova vicino è Gabriel Keyne, pianista jazz; la sera
prima si trovava a Dublino, a suonare con la sua band, non si ricorda nulla,
solo una grande sensazione di dolore e di smarrimento.
Dopo un momento iniziale di diffidenza, i due iniziano a
conoscersi e decidono di passare all’attacco: capire cosa è successo, capire
dove si trovano e perché. Alice poliziotta in servizio alla Crim di Parigi e
l’artista iniziano a camminare, camminare e camminare finché capiscono dove si
trovano: si trovano a Central Park.
Rubare un telefono, una macchina, vendere l’orologio del
marito defunto, cercare sui loro corpi indizi e segreti, non è niente per Alice
in confronto alla verità che vuole scovare: capire come è finita dentro questo
grande e tumultuoso labirinto. Da Parigi, in continuo aiuto l’amico Seymour che
svolgerà parallelamente l’indagine per aiutare l’amica in difficoltà. Tutti gli
indizi portano ad una verità sconcertante: l’ombra di un fantasma, l’ombra nera
di Erik Vaughn, l’uomo che uccise il suo bimbo ancora in grembo e che uccise
suo marito. L’uomo che pensava essere morto ma che sembra essere risorto dalle
ceneri, per colpirla, per finire il lavoro che aveva cominciato anni prima.
L’uomo che uccide le sue vittime con le calze di nylon della vittima
precedente, l’uomo senza scrupoli che le ha tolto il sonno, la vita, l’amore.
Anche Gabriel inizia a vacillare: non è un pianista, ma un agente speciale
dell’FBI che stava indagando a Dublino alla caccia del mostro delle calze. Il
mostro li ha sfidati, li ha messi alla prova insieme.
Ma il mostro da cui Alice dovrà lottare con tutte le sue
forze, non è Erik Vaughn, non è la diffidenza verso Gabriel, non è l’amico
Seymour: è se stessa.
Coloro che leggono thriller lo sanno bene: con le prime
pagine di un libro si inizia una propria indagine personale: dalle prime pagine
proviamo a scovare l’assassino, la preda, l’inganno, provando così a risolvere
il mistero prima dei personaggi del libro. Una sola cosa: qui non ne sarete
capaci.
Travolgente, unico nel suo genere, disarmante,
sconvolgente.
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