La donna che sparì con un libro, Idra Novey, 2017

Sicuramente essere traduttrice di un libro, per noi lettori, deve essere una sensazione magnifica: trasformare parole ed emozioni da una lingua all’altra, mantenendo lo stesso significato, la stessa empatia, la stessa forza nelle parole.
Ma quando l’autrice dei tuoi libri sparisce salendo su un albero e svanendo nel nulla, come comportarsi?
Emma, parte per il Brasile, alla ricerca di Beatriz, l’autrice che ha destato i suoi sonni, che l’ha tenuta sveglia intere notti, alla ricerca della termine più adatto per trascrivere i suoi forti romanzi.
Insieme a lei, in questa avventura, Raquel e Marcus, figli della scrittrice, preoccupati per la fine che l’ha madre ha fatto, per scoprire i guai in cui si è cacciata, per cercare di riportare alla realtà, quella scrittrice dalle idee strane e rocambolesche che non hanno mai davvero conosciuto.
Una poesia in un romanzo.
L’intero libro è un’immensa poesia, dettagliata, metaforica, profonda.
Emma concentrata sulla ricerca, dimentica Miles, futuro marito, dedicandosi corpo e mente, al figlio di Beatriz, cadendo in profonde tentazioni.
Un caldo soffocante, l’umidità e il sudore della pelle, aumentano la paura, le minacce ricevute da uno strozzino senza pregiudizi, alla ricerca di vendetta, accanito contro i poveri figli a causa della pazzia della sventata madre.
Un editore, incurante dei pericolo, concentrato solo sulla ripubblicazione dei libri di Beatriz, per farla rivivere dopo la scomparsa.
Ed ecco che una piccola isola, una spiaggia con ombrelloni gialli, un incendio, la ritirata di una figlia delusa, ma cosciente di ciò che sua madre è sempre stata.

Non è un romanzo, ma una poesia romanzata, strabordante di riflessioni, di vita, di rassegnazione, di contraddizioni.

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