La donna della cabina numero 10, Ruth Ware, 2016

Un incontro faccia a faccia con un ladro: la paura di continuare ad aver paura.
Solo una possibilità per tentare di dimenticare quell’episodio negativo e l’occasione di una carriera diversa: Rowan, capo di Velocity, a causa della maternità, doveva rinunciare così “la crociera mi era caduta in grembo come un grosso regalo carico di responsabilità e opportunità”. Ecco qui: un viaggio.
Un viaggio su uno yacht di lusso, per pochi eletti: l’Aurora Borealis, formata da 10 cabine lussuose, una Spa, un soggiorno, lampadari di cristallo, terrazzi di vetro mozzafiato e un oceano come sfondo.
Accade qualcosa: ma se nessuno ti crede? Se pastiglie e alcol possono fuorviare le tue sensazioni? Se da sola e solo tu ti senti tratta in inganno? Come uscirne?
Questo romanzo è stato per me una completa sorpresa, un libro da divorare, da cui non ci si può staccare.
Leggendolo un’unica sensazione: il profumo lieve in sottofondo di Agatha Christie, del suo Orient Express e di quella sensazione di claustrofobia che solo Poirot può eliminare.
Un’ambientazione, una verità da scoprire, niente più.

Dopo averlo letto… lo fareste un giro?

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