Il metodo della fenice, Antonio Fusco, 2016

Il terzo episodio del Commissario Casabona. Dalle prime pagine del libro, sembra di rincontrare un amico, un sospiro di sollievo, salutarlo di nuovo.
Eccolo li, nel bel mezzo della nebbia di Novembre: un nuovo caso per lui e per la sua squadra.
Tommaso (ormai mi prendo la libertà di poterlo chiamare per nome), unico nel suo genere, si ritrova davanti a un omicidio: un omicidio che collegherà presente e futuro. La ricerca di un assassino, semplice a prima vista, intricata, pericolosa e delicata in un secondo momento.
L’intrecciarsi del suo lavoro con la sua vita privata. La sua saggezza ma allo stesso tempo il suo modo spregiudicato di comportarsi: a volte avventato nei comportamenti e nei modi di fare ma ciò che sempre colpisce di Casabona è la sua umanità.
Quell’umanità che mette nel suo compito, nel servire la giustizia, nella sua diligenza.
Ogni volta, aspetto l’episodio nuovo, aspetto che arrivi a bussare la porta di casa, aspetto una sua presentazione.
Questo romanzo affronta temi reali che spesso cerchiamo di celare dietro un’apparente buona fede, sperando sempre in un modo migliore. Dovrebbe essere un mondo buono per i prossimi che verranno, per i giovani, per dare un futuro anche a chi è stato abbandonato dalla vita.
Penso spesso di lavorare fianco a fianco con un personaggio così difficile, così autoritario, così spietato. Riesce a rispettare e farsi rispettare; riesce a strappare un sorriso a tutti, una battuta; riesce a trasmettere sicurezza; riesce a difendere chi ha bisogno di lui scovando verità scomode e nascoste da troppo tempo.

Riesce a vincere: sempre.

Commenti

Post più popolari