Sonata a Kreutzer, Lev Tolstoj, 1891, Feltrinelli Editore, 2014
Quest’opera
è stata pubblicata nel 1891: non risulta sicuramente la più famosa tra le opere
del russo Tolstoj, ma posso affermare che è sicuramente una lettura attuale,
provocatoria, per nulla anacronistica. È una lettura che si basa su un
monologo: Pozdnysev, seduto in treno durante un viaggio, racconta al suo
interlocutore, la sua vita, le sue idee, i suoi gesti.
Questa
lettura viene a mio modesto parere, interpretato diversamente a seconda che il
lettore sia di sesso maschile e femminile (a una donna essere chiamata strumento di piacere, non piace proprio
tantissimo).
Questo
libro parla del ruolo della donna nella società: la cosa che più lascia basiti
davanti a questo libro sono i principi di fondo delle idee del protagonista che
purtroppo, sono quelle stesse “idee” che troviamo nei casi di cronaca nera
brutali riguardanti spesso vittime femminili.
È
fondamentale sottolineare che Tolstoj scrisse questo libro nel secondo periodo
della sua vita (sì, perché la storia insegna che la vita dell’autore può essere
divisa in due parti: un “prima” e un “dopo”): non mi voglio dilungare nella
vita e nella spiegazione più filosofica della vita di Tolstoj: vi lascerò
leggere la bellissima presentazione del libro a cura di Gianlorenzo Pacini.
Non
pensiate che un classico sia noioso, pesante, illeggibile: a volte bisogna
leggere un vero classico per capire quanto la vita, i pensieri, la vita e la
morte siano tanto diversi quanto uguali in ogni epoca, in ogni condizioni
sociale, in ogni comunità.
Un’idea
dell’amore dissacrante, provocatoria che lascia il lettore quasi senza parole:
“la cosa più esacrabile è il fatto che si
dà per scontato che l’amore sia qualcosa di ideale e di elevato, mentre in
realtà esso è qualcosa di abietto, di maialesco, qualcosa di cui c’è da
vergognarsi perfino a parlarne”.
Oltre all’ideale dell’amore, che ne esce da queste righe del tutto
frantumato, un libro così vecchio (anagraficamente parlando), sdogana dei tabù
che tutt’ora sono difficili da affrontare: è necessario il matrimonio? Esiste
l’amore senza il rapporto sessuale e viceversa? I figli, rovinano o no,
l’intimità dietro alla coppia? È l’uomo che si sottomette alla donna o la donna
che sovrasta l’uomo? La gelosia acceca o uccide? O entrambe le cose? La musica
salva o condanna?
Domande
a cui è impossibile dar risposte: ma dopo aver chiuso l’ultima pagina di questo
libro, forse qualche riflessione prenderà piede nei pensieri di ognuno di voi.
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