Il giardiniere, Natasha Preston, 2017
I
fiori sono la purezza della natura: sono profumati, colorati, dalle mille forme
ma come tutti gli esseri viventi, prima o poi muoiono.
In
una stanza si trovano quattro vasi: rose, viole, papaveri e gigli. Ci sono poi
quattro letti, un bagno, una cucina e un salotto con un televisore. Il profumo
è forte, punge il naso, il disinfettante ha odore di limone, troppo forte per
delle piccole narici. Un “trifoglio” vigila i suoi fiori.
Non
hai via di uscita, devi stare dentro quella stanza e l’unica cosa che devi fare
è fingere. Fingere che quella famiglia sia la tua; fingere che tutto vada bene
dai vestiti, al cibo, dai film che guardi appollaiata sul divano, ai libri che
cerchi di leggere per estraniarti da quel piccolo grande incubo.
Lewis
ti sta cercando, l’uomo della tua vita sta rastrellando i campi, i boschi,
senza prendere sonno, senza mangiare, bevendo solo sostanze energizzanti per
trovarti.
Lui
invece è lì, che ti sorride, ti porta nella stanzetta sotto la scala, ti guarda
ed è fiero della sua famiglia, dei suoi fiori.
Un
brutto sogno: ogni mattina, speri di svegliarti nel tuo letto a casa, invece
hai una nuova vita da cui non puoi sfuggire.
Speri
solo di essere quel fiore che non muore, che riesce a sopravvivere nonostante
le intemperie e dalla vista del sangue che sgorga da quei fiori che troppo
presto sono morti.
Un
thriller dalla trama semplice, ma che vi terrà incollati fino alla fine per
scoprire quali fiori riusciranno a sopravvivere e quali no.
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