Acqua passata, Valeria Corciolani

Chiavari. L’acqua scende inesorabilmente e un colpo sonoro viene attutito dal rumore della pioggia.
Il giorno arriva inarrestabile, puntuale e Alma come sempre piena di impegni (due coppie di gemelli la suocera Alfonsina, si non manca proprio nulla) inizia la sua giornata. Ad aspettarla le sue case, i suoi uffici dove lavora come colf.
Una colf atipica: alta, di bella presenza e somigliante a Sherlock: non nell’aspetto ma nell’intuito, nel sentire, nell’individuare, nel presumere.
Una morte e una botta in testa: ecco che entra il scena il commissario Rosset. Cinico, separato, egoista, insomma strano. E le loro vite inesorabilmente si incrociano.
In via Trieste, tra la famiglia Parodi, il carlino astuto della Guastelli, la famiglia Modesti (tenete a mente questo nome), don Bacigalupo, un ex detenuto ora pentito del suo passato e tanti libri (libri che a volte possono portare alla morte) prende vita questo romanzo: simpatico, fresco, ridicolo, dalle sfumature familiari, dalle descrizioni particolareggiate ma mai pesanti.

Scoprire la verità, sciogliere la matassa non sarà facile perché come l’acqua gli eventi sono inesorabili, vuoti, senza memoria.

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