La grande truffa, John Grisham
Mark,
Todd, Gordy e Zola avevano deciso di essere sommersi dai debiti come qualunque
studente: certo, ti concedevano un bel prestito, ti promettevano un lavoro
sicuro, un futuro prosperoso nei migliori studi legali, ti assicuravano che in
poco tempo il tuo debito se ne sarebbe andato per sempre.
Nelle
istruzioni per l’uso si erano dimenticati di specificare che il debito era
altissimo, che quella scuola di legge era una delle peggiori, che saresti
annegato nel tuo debito e che ti saresti ritrovato a fare il barista a tempo
pieno in uno di quei pub dove ti pagavano in nero.
Avevano
omesso che avresti avuto per giorni, mesi, anni, un tutor che ti controllava
assiduamente e che ti inviava senza sosta mail per sottolinearti di continuo
che dovevi pagare.
L’esame
di abilitazione era impossibile da superare. Tra di loro lo chiamavano il diplomificio e quello era: ti buttavano
fuori dalla scuola, dopo anni di studio, in mezzo a quel mare pieno di squali,
dove chiunque cercava di accaparrarsi clienti; dove gli studi più grandi
facevano a meno di te, se non per fare fotocopie, sfruttandoti.
All’inizio
dell’ultimo semestre prima della laurea decisero di cambiare il mondo, il loro
mondo, la loro vita.
Gordy
aveva scoperto la truffa ma non era riuscito a sopravvivere a se stesso, alla
sua vita, alla sua fidanzata vogliosa di matrimonio, a un sistema sbagliato.
Zola
era terrorizzata: i suoi genitori in continuo pericolo avevano bisogno di lei.
Mark
e Todd non avevano nulla da perdere: avevano già perso tutto.
Giovani
e ribelli, si trovano in quel mondo pericoloso, sopra quel pub malandato a
giocarsi un futuro migliore, fatto di inganno, di bugie, di tentativi, tuttavia
migliore di ciò che la vita reale gli aveva promesso.
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