Il caso Fitzgerald, John Grisham, 2017
Quanto
può essere emozionante toccare, sfiorare, sentire l’odore di manoscritti
antichi?
Prime
edizioni di un personaggio contraddittorio, descrittore di una società
americana piena di sfaccettature.
Cinque
manoscritti e un furto impeccabile: ma non così perfetto da far sparire per
sempre il bottino inestimabile.
Bruce
Cable e la sua libreria, formatasi attraverso sacrifici, libri dai fogli
ingialliti e un piccolo giardinetto dove poter bere un buon caffè in compagnia
delle parole di qualche scrittore famoso.
Mercer
è una donna in cerca della propria identità, della propria ispirazione, ma
anche in lotta per cause meno nobili come i pagamenti arretrati e una vita
migliore.
Il
ricordo di nonna Tessa e un cottage al mare dove tentare di iniziare un nuovo
libro e non solo.
Elaine
e una proposta di lavoro allettante.
La
cosa che più vi stupirà di questo libro (che premetto non essere il
tradizionale legal- thriller caratteristico di Grisham), sarà il profumo di
passato, il profumo di quegli anni Venti, quel panorama che lo stesso Woody
Allen è riuscito a trasmetterci con Midnight in Paris: artisti maledetti,
alcol, tradimenti, geni incompresi.
Così
tra il grande Gatsby e un Hemingway bevitore professionista vi ritroverete a
leggere un romanzo dai profumi di scrittura e vi lascerà quella voglia di
classici, di vizi e ritrovamenti.
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