Le gocce di Emilie: quello che ora sono, Elena Coppi, 2015
Racconti
poetici: in modo naturale, storie di vita incontrano una scrittura travolgente,
piena di sfaccettature, piena di colpi di scena, pieni di storia, di vita, di
morte, di paura e di speranza. Quattro racconti diversi tra loro: la storia di
Matilde e Giulio in un castello maledetto dove tra ricordi del passato e
presente, si respira l’aria pesante e stantia della Seconda Guerra Mondiale della ricostruzione di uno Stato ammaccato e ferito,
quando il mondo era ingiusto, vendicativo, contraddittorio e tra il dolore e un
Natale sofferente, dopo tanti anni, una verità di vendetta che non tarderà a venire a galla.
Numeri
di celle, la vita in cella, la morte e i silenzi rumorosi che
contraddistinguono questo inferno parallelo.
Un’indagine
particolare: la morte di una prostituta, la ricerca di un assassino, tra arte,
libri, interessi economici e amori bramati di nascosto, tra pazzia, follia,
tradimenti e bugie. Un commissario cinico, a tratti maschilista in grado di
intimorire; fan dei monologhi e quasi in modo teatrale, appassionato di storie.
Il mondo della lettura, unito al mondo di una corruzione celata: l’invidia che
uccide, una gelosia che porta all’ultimo respiro.
E
poi il passato: il passato autobiografico, una storia di sacrifici, amicizia,
dolore, guerra ma soprattutto la storia di un amore. Quell’ amore che inizia
con “c’era una volta” terminando con
“e vissero felici e contenti”: ed è
proprio in quel momento che il sipario si chiude in un sonno sognante,
riparatore che servirà per affrontare la vita del giorno dopo con la speranza
che sia un giorno migliore.
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