Trilogia «Il sole dell’avvenire» vol I, II, III Valerio Evangelisti

Trilogia «Il sole dell’avvenire» vol I, II, III 
Autore: Valerio Evangelisti 
Editore: Mondadori – collana strade blu. 

Amalgamare storie di persone comuni, l’uomo della strada per intenderci, nella Storia con la S maiuscola, quella delle rivoluzioni, dei moti sociali, delle guerre, delle battaglie politiche non è da tutti. Spesso, infatti, diversi esperimenti letterari orientati in tal senso hanno deviato dall’intento iniziale sfociando nell’apprezzabile, ma asettico, saggismo oppure nello story fantasy, che può risultare gradevole ma è altra cosa. 
Non è questo comunque il caso della trilogia de «Il sole dell’avvenire», iniziata nel 2013 con «Vivere lavorando o morire combattendo», proseguita l’anno successivo grazie al secondo capitolo «Chi ha del ferro ha del pane», e conclusa nel 2016 con l’atto finale «Nella notte ci guidano le stelle». Non parliamo di testi per addetti ai lavori, sia chiaro, ma neppure da affrontare con superficialità, un minimo interesse di base dovrebbe comunque sussistere altrimenti sarebbe arduo affrontare rispettivamente 530, 532 e 508 pagine. Personalmente ho trovato questo excursus di Evangelisti fuori dal suo habitat naturale piuttosto riuscito e per nulla tedioso. Ritengo apprezzabile quando un autore lascia la via maestra, sicura e feconda di successi - nel caso di Evangelisti ad esempio il ciclo fantascientifico-gotico dell’inquisitore Eymerich fruttato diversi bestseller - per cercare nuovi stimoli con contesti e storie completamente diversi. 
E così probabilmente è nata questa trilogia, così legata alla terra, l’Emilia Romagna, e alle sue popolazioni sanguigne, rudi, rissose ma al contempo cordiali, incapaci, se così si può dire, di tollerare un sopruso, un’ingiustizia. 
Attraverso più di settant’anni di storia italiana, dal 1875 alle soglie del secondo dopo guerra, un 1950 seppur appena accennato, Evangelisti ci guida attraverso le vicende di tre famiglie del basso proletariato rurale che, sperimentando tutti i vari tipi di miseria possibile, sono calate in un contesto ricco di cambiamenti socio – culturali che per la loro ingenua semplicità danno la sensazione di non comprendere mai pienamente. Si attraversano così i moti popolari per il miglioramento delle condizioni lavorative nelle campagne prima, nelle fabbriche poi, passando per le repressioni regie di fine ottocento e il fallimento del primo tentativo coloniale, gli anni difficili dei governi liberali, i due conflitti mondiali intervallati dall’ascesa del fascismo, preannunciata dallo squadrismo agrario e dal biennio rosso. Alla caratterizzazione dei personaggi non viene concesso troppo spazio, prediligendo una cronaca scevra, e questo è certo un merito, di pregiudizi politici e ideologici. Eppure al termine di ogni capitolo si prova, se non affetto, una certa indulgenza nei confronti di questi uomini e queste donne, spettatori loro malgrado di stagioni decisive per la storia del nostro paese.

Commenti

Post più popolari