Arabesque, Alessia Gazzola, 2017

Tutti gli appassionati di Alice Allevi, conoscono Alice Allevi.
La sua via crucis sembra finita, ora studia per il dottorato e per accaparrarsi il posto in Istituto che tanto brama ma che tanto la spaventa.
La retribuzione tarda ad arrivare mail suo nome viene identificato dal Pubblico Ministero Valentina Montechiari per un nuovo caso. Insomma pane peri suoi denti (e per la sua curiosità).
La morte di una ex ballerina, dove la scapestrata Alice dovrà barcamenarsi tra autopsie, con l’aiuto (se così si può chiamare) di CC (non ditemi che non sapete di chi si tratta).
Un caso che fa riemergere verità nascoste molti anni prima e così, la povera Alice, tra il fratello Marco ormai suo coinquilino, la nipotina Camilla sempre pronta a rovesciare qualunque oggetto inanimato, la generosa e saggia nonna Amalia, una Wally sempre pronta a dimostrare il suo disprezzo, un CC (diverso?) enigmatico, scontroso, irruente, si ritrova immersa nella disciplina della danza, a guardare in loop balletti, ballerine d’etoile danzanti, rigore e discipline, screzi e debolezze.
Per il risolvere il caso non manca di certo il prezioso aiuto del commissario Calligaris… Ops non più commissario… (il suo ruolo ora è più importante e nelle giuste occasioni, non manca di sottolinearlo), amico e confidente della ex allieva.

Alice è tornata, più grande, alla soglia dei trenta, ma la nostra Alice è sempre la nostra Alice.

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