La felicità del cactus, SarahHaywood

Susan non sopportava i colleghi che cauti si avvicinavano alla scrivania durante l’orario di lavoro per parlare di argomenti futili.
Susan non riusciva a capire come mai le persone si innamorassero scegliendo di perdere la propria indipendenza e libertà.
A onor del vero questo non significava che non avesse relazioni e rapporti con il sesso maschile, ma semplicemente tra lei e loro doveva esserci il giusto distacco per non farsi rovinare il suo piccolo grande mondo.
Susan era convinta che eccetto i suoi cactus, che la fissavano sempre con enorme soddisfazione, non avrebbe mai avuto bisogno di nessun altro.
Si, lei sapeva essere una donna autonoma, libera, che basta a se stessa. Non era una di quelle donne abituata a dire l’ultima parola durante una discussione (ad eccezione di alcuni episodi che ovviamente la riguardavano).
Susan in fatto di organizzazione era sempre stata la migliore: nessun evento l’avrebbe mai spaventata o intimidita, nessun contrattempo la spaventava e anche vivere nel suo appartamento di Londra non era un problema, anzi aveva deciso proprio lei di spostarsi dalla sua città natale di Birmingham per vivere nella capitale.
Fino a quando un giorno, Edward fratello minore che mal sopportava da quando era venuto al mondo le diede quella notizia: la loro mamma era deceduta.
Ora: Susan non aveva pensato a questo “imprevisto” e a come gestire questa difficile situazione ( per quanto sapesse che i due ictus che avevano colpito la madre Patricia avevano messo la sua salute a repentaglio).
C’era un altro piccolo problema che nella sua vita dovette affrontare: Susan sapeva di essere incinta. Doveva ancora ben capire come e quanto sarebbe cresciuta quella pancia in quel corpo minuto; doveva affrontare quel discorso prima con se stessa e dopo con l’uomo che un bel giorno aveva deciso (per errore si intende) che quel piccolo spermatozoo avrebbe valicato l’altra parte della barriera.

Ma in un mondo di certezze, sono proprio le incertezze a rendere una vita speciale per sempre.

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