Volevo solo andare a letto presto, Chiara Moscardelli

Agata sapeva che prima o poi un virus, una polmonite, un’infezione, l’avrebbe uccisa.
La sua ipocondria ormai era inarrestabile.
Madre hippie e padre sconosciuto (la povera Agata non è a conoscenza delle sorti del padre e la stessa Rosa, sua mamma, non ricorda precisamente chi sia il padre di sua figlia!), famiglia strampalata e Agata nel suo mondo perfezionista, costretta a chiamare la madre con il suo nome di battesimo Rosa, per questioni di teorie sull'individualismo.
Rosa lavora per un’agenzia di aste di quadri e proprio mentre si reca in una villa per incontrare un nuovo venditore la sua vita cambia per sempre.
Quando dentro quella villa, sente le mani di uno sconosciuto appiccicarsi sulla sua bocca, il primo pensiero è ai microbi che gli sta passando ed inizia a contare le ore prima della sua morte.
Un uomo con un neo e un mono sopracciglio la segue: solo i suoi amici Grazia, Guglielmo, Luca e il suo psicologo non le credono pensando sia solo una lugubre metafora per rivivere le sue malattie insistenti.
Fino a quando a Barcellona per lavoro, incontra un uomo, non quel brutto uomo con il neo, ma un altro più bello, che già ricordava nei meandri della sua mente: sguardo magnetico, affascinante e proibitivo.
È lo sguardo di Fabrizio Calcaterra.
Una rocambolesca avventura, divertente per ritrovare quei quadri, per ritrovare persone scomparse nel passato e per Agghi, un nuovo modo per ricominciare a vivere.

Lei che non ha mai vissuto realmente, lei che sa di doversi abbandonare alle emozioni (e alle malattie ovviamente).

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